L’umidità che sale dal terreno può essere alimentata da acque disperse di scorrimento o da acque di falda freatica; il formarsi delle acque disperse è da imputare a cause di origine accidentale che possono essere la perdita di una fognatura, come la forte imbibizione del terreno provocata dalle piogge non adeguatamente raccolte; insomma da difetti di costruzione o da cattiva manutenzione dell’edificio e delle opere a questo correlate.
Sono quindi occasionali e localizzate, e una volta trovata la causa è possibile porvi rimedio.
Per capire che sono davvero acque disperse basta osservare le manifestazioni di umidità sui muri, piuttosto evidenti soprattutto su quelli perimetrali e spesso su una sola parte dell’edificio; inoltre il fenomeno si riscontra al massimo anche sugli edifici più prossimi; infine la soglia dell’altezza di risalita ha un’oscillazione annua piuttosto forte.
La falda freatica
Come tutti sappiamo il terreno è costituito da vari strati ognuno dei quali ha un indice di permeabilità differente; fra i vari strati capita che si venga a formare la cosiddetta “falda freatica”, che non è altro che uno strato continuo di acqua che scorre nel sottosuolo alimentata sia dall’acqua piovana, sia dallo scioglimento delle nevi; acqua che assorbita dal terreno penetra fino a che non trova uno strato impermeabile che la obbliga a fermarsi ed accumularsi al di sotto di esso.
Ad esempio, se la falda freatica non è molto profonda (2 – 3 metri sotto la superficie), l’acqua può risalire più o meno rapidamente a seconda del grado di capillarità del terreno.
L’umidità attinta dalla falda freatica presenta le seguenti caratteristiche: attacca l’edificio in tutta la sua pianta con perfetta uniformità, a meno che l’edificio non sia stato costruito con materiali diversi; l’altezza di risalita è massima nell’esposizione nord – nord est, minima nelle esposizioni molto soleggiate; il fenomeno è comune a tutti gli edifici della stessa zona, coevi di costruzione, ed omogenei per i materiali impiegati; l’umidità non presenta una forte oscillazione annua dell’altezza di risalita.
Ma come possiamo eseguire una diagnosi sulla presenza di umidità nelle murature?
Questa è una delle fasi più importanti dell’intervento, una diagnosi sbagliata può portare a interventi che possono anche danneggiare le murature già ammalorate.
Per questo motivo è opportuno fare delle analisi precise delle murature da risanare, analizzando tutti i fattori che possono essere intervenuti nel loro degrado; come prima cosa bisogna raccogliere informazioni di carattere generale sull’edificio in esame, come la localizzazione, il contesto ambientale ed urbanistico, l’epoca storica, la destinazione d’uso, la presenza di acqua nello spazio circostante.
In un secondo momento si deve effettuare un esame visivo del fenomeno e del suo contesto: con questo esame si devono acquisire informazioni in merito alle caratteristiche del luogo e del suolo, alle tipologie edilizie, ai materiali costituenti la struttura, le finiture ed ogni elemento interessato dalle manifestazioni di umidità; eventuali interventi di risanamento, manutenzione, ripristino già effettuati e i risultati ottenuti; caratteristiche degli edifici circostanti e consistenza delle eventuali manifestazioni di umidità in essi rilevate.
Questa fase quindi è molto delicata, l’esattezza della diagnosi preliminare determinerà infatti il risultato finale dell’intervento di risanamento.
L’umidità
L’umidità ascendente si può manifestare in modo diffuso alla base del muro, o in modo localizzato; l’umidità diffusa denota una fonte costante, che può essere di falda freatica o di perdita rilevante di acqua nel sottosuolo; se poi compare solo dopo precipitazioni atmosferiche, è causata dalle acque di scorrimento sotterranee.
L’umidità localizzata denota invece una fonte traumatica locale, come la perdita di cisterne o fognature sotterranee.
L’umidità ascendente veicola i sali disciolti che aggrediscono gli intonaci provocandone il distacco, soprattutto in corrispondenza del limite tra zona bagnata e zona asciutta. Frequenti sono anche i danni igienico – sanitari, causati dalle cattive condizioni ambientali che si creano nei locali con alta concentrazione di umidità.
Per non parlare poi dei danni economici, dovuti ai continui interventi di risanamento sulle superfici a vista e ai maggiori costi di riscaldamento causati dalla riduzione di coibentazione termica di una parete umida.
Anche il gelo incide molto sul degrado delle murature: alcune pietre ed alcuni mattoni sono gelivi, ovvero subiscono alterazioni quando la temperatura scende al di sotto dei 0 gradi centigradi.
Questa sensibilità al gelo è legata alla porometria del materiale: i materiali con pori fini sono più gelivi di materiali con pori grossi.