Strettamente collegato al tema dell’impermeabilizzazione delle strutture interrate è l’analisi strutturale e la valutazione delle condizioni delle fondazioni.
La presenza di acqua nell’interrato è molto spesso causa-effetto della presenza di lesioni strutturali che compromettono la stabilità dell’edificio, ma la sola impermeabilizzazione nulla può di fronte a gravi problemi strutturali che richiedano interventi di consolidamento.
Le principali cause che portano ad un cedimento strutturale nelle fondazioni sono le seguenti:
- vibrazioni superficiali o profonde del sottosuolo
- presenza di piante ad alto fusto o radici troppo vicine all’edificio
- cicli idrici (essiccamento del terreno alternato con presenza di acqua in fondazione) con relative variazioni volumetriche;
- perdite idriche causate da tubature, pluviali, pozzetti o fognature;
- differenza di struttura dei terreni su cui poggia l’edificio;
- gravi sollecitazioni indotte (ad esempio scavi a cielo aperto o in ambiente sotterraneo nelle aree immediatamente prossime all’edificio);
- piano interrati non completamente finiti
- pendenze/sovraccarichi vicino a una fondazione.
Se queste sono le principali cause quali sono i segnali più evidenti di un cedimento?
All’esterno le parti più fragili (e quindi da controllare per prime) sono gli spigoli e le aperture dove va fatto un controllo di stabilità “verticale” cercando più che lesioni isolate situazioni che connotino cedimenti differenziali, inclinazioni o curvature di porzioni o intere pareti. E’ comunque un’analisi molto superficiale in quanto è necessario ricordare che le crepe e i cedimenti si differenziano a seconda del metodo di costruzione, delle caratteristiche del terreno, anzianità dell’edificio e al fatto che si sia in presenza di una struttura in cemento armato oppure una in muratura oppure, come in tantissimi casi nel nostro paese in struttura mista e costruita in diverse epoche. Va da sé che le dimensioni, la direzione e il numero delle fessure rilevate indicheranno già possibili ragioni della problematica. Inutile dire che le crepe possono estendersi anche alle strutture orizzontali divenendo causa anche di infiltrazioni d’acqua che, a lungo andare, diventano un problema nel problema.
L’interno dell’edificio può presentare problematiche collegate (in caso di lesioni passanti) o tutta una serie di fenomeni che denotano alta instabilità/desolidarizzazione delle strutture presenti quali distacco degli intonaci, avvallamenti dei solai (e qui entrano in gioco strutture in legno o acciaio molto spesso), problemi sul perimetro, eventuali crepe sul pavimento.
Inutile dire che tutti questi fenomeni “esterni” possono originarsi dalle problematiche in fondazioni elencate precedentemente.
Una volta individuati segnali e cause si potrà quindi procedere ad un intervento di consolidamento delle fondazioni che prevedano o un’unica soluzione o la compresenza di più metodi.
Le tipologie di intervento principali sono:
a) allargamento delle fondazioni;
b) consolidamento del terreno (mediante iniezioni di materiali a base cementizia o resine)
c) inserimento di sottofondazioni profonde (tipo micropali e pali radice).
Queste operazioni, ovviamente, sono di solito combinate fra loro e presentano ciascuna delle specificità da considerare con molta attenzione nello sviluppo di un progetto.
L’aumento della larghezza della fondazione consiste nell’affiancare alla costruzione esistente cordoli in calcestruzzo armato o muratura in modo che la fondazione esistente e la nuova struttura di rinforzo collaborino per trasmettere in modo uniforme il carico superiore al terreno ottenendo rigidità da un lato e ancoraggio trasversale dall’altro. Le tecniche per realizzare questo ancoraggio laterale prevedono l’utilizzo di traverse metalliche (soluzione di solito reversibile), armature trasversali e spinotti (realizzabili più facilmente) ovviamente con strutture resistenti alla corrosione per evitare danni collaterali legati al deterioramento progressivo indotto da questo fenomeno.
Molto popolari sono poi le Iniezioni nel terreno di resine e di materiali a base cementizia ovvero l’iniezione di soluzioni espandenti sotto il piano di fondazione che aumentano il proprio volume andando a saturare le cavità ed interagendo sulle pressioni del terreno. Tale popolarità è dovuta al relativo basso impatto invasivo di questa tecnica ma, a fronte di questo obbiettivo beneficio, deve essere sottolineato come sia obbligatorio avere una valutazione circa l’iniettabilità del terreno, nonché la durabilità e le profondità che si riuscirebbero a raggiungere durante queste operazioni.
L’inserimento di Micropali rappresenta una soluzione necessaria se il consolidamento richiede di raggiungere strati più resistenti e più profondi del terreno, al fine di scaricare al meglio il carico risultante della struttura superiore. Questa tipologia di rinforzo è di solito in abbinamento al metodo precedente con micropali ancorati agli eventuali cordoli e traverse/armature in modo che pali e struttura esistente riescano a collaborare scaricando le tensioni. Diversa è invece la realizzazione di una sottofondazione con pali radice in quanto questo intervento è di tipo passivo ed i micropali vengono infissi in modo inclinato nel terreno e la loro sommità è posta all’interno della muratura portante (operazioni queste ultime di non facile realizzazione e che comportano, specie su strutture vecchie, non pochi problemi).
All’interno delle tipologie di intervento principali vanno poi individuate delle altre operazioni più specifiche che coinvolgono una o tutte le operazioni sopraelencate.
Un altro intervento è quello di stabilizzazione delle fondazioni in pendio, ovvero utilizzare micropali e tiranti al fine contrastare lo scivolamento della struttura, specie in situazioni di dilavamento/cedimento del terreno sottostante.
Esistono poi delle tecniche legate alla realizzazione di opere di sostegno volte a contrastare di solito mediante tiranti la spinta del terreno (specie in vicinanza di trincee).
Gli interventi di recupero delle strutture interrate prevedono a volte l’intervento di sottomurazione che viene eseguito quando devono essere ricavati dei locali interrati ma, è opportuno precisarlo, non è diretto al potenziamento della capacità portante della fondazione esistente in quanto, potenzialmente, potrebbe creare crolli parziali di strutture murarie e cedimenti. Ai fini del consolidamento consente però di realizzare un’ulteriore fondazione al di sotto di quella esistente, ovvero viene allargata la fondazione e si raggiunge una quota più bassa a cui probabilmente corrisponde un terreno con una capacità portante migliore, tenuto conto che il progetto necessariamente richiederà delle procedure di assestamento del terreno e relative opere di rinforzo.
Tutte le soluzioni elencate sono note e disciplinate nel contesto riabilitativo degli edifici ma rappresentano pur sempre sistemi che devono essere opportunamente contestualizzati con le problematiche del sito di intervento ed approvate/implementate da professionisti competenti ed esperti.