Tutti gli edifici, essendo a contatto con il terreno, richiedono un serio intervento di impermeabilizzazione per evitare che l’acqua li danneggi in modo più o meno significativo.
Qualora i locali siano interrati (ovvero strutture fuori terra), le problematiche aumentano.
Nel caso di strutture fuori terra l’acqua intacca la costruzione in misura modesta, trattandosi di umidità di risalita o di acqua piovana a contatto col terreno.
In presenza di locali interrati, invece, il rischio che grossi quantitativi d’acqua passino dal terreno alla struttura, creando infiltrazioni importanti e di conseguenza ingenti danni, aumenta notevolmente.
La spinta idrostatica è una delle cause più gravi di infiltrazioni e danneggiamenti.
Se non valutata attentamente in fase di progettazione, può causare ai locali danni molto gravi, anche di carattere strutturale.
In presenza di saturazione del terreno, la pressione idrostatica dell’acqua esercita delle rilevanti sollecitazioni meccaniche sulle pareti, ma soprattutto sul fondo agendo come controspinta.
Il risultato?
Una seria compromissione dell’impermeabilità dei locali interrati con il rischio di danneggiamenti e deformazioni serie della struttura.
Ma molte altre sono le problematiche che causano il passaggio dell’acqua.
I terreni, in particolare quelli argillosi assorbono rilevanti quantità d’acqua aumentando il loro volume per poi rilasciarla, con diverse modalità, e tornare alla loro dimensione iniziale.
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Questi movimenti naturali e ciclici del sottosuolo causano degli assestamenti del suolo stesso che, a loro volta, provocano spostamenti verticali della costruzione rispetto al terreno oppure fenomeni di scorrimento laterale o addirittura rotazioni.
Il fenomeno del “dilavamento”
Se lo strato argilloso presente nel sottosuolo è inclinato funge da piano di scivolamento, facilitando il transito dell’acqua nel terreno e aumentandone la portata.
Ma cosa accade nello specifico?
L’acqua continua lentamente a scavare il terreno rendendolo sempre meno resistente fino a creare dei veri e propri vuoti sotterranei che possono causare cedimenti o crolli sugli edifici.
Il fenomeno dell’“intasamento”
Talvolta si verifica il fenomeno contrario, quello dell’“intasamento”: il deposito di particelle all’interno delle porosità del terreno che ostruiscono il passaggio dell’acqua riducendone quindi la permeabilità e il drenaggio.
Si crea così una sorta di ristagno sia superficiale che sotterraneo dell’acqua che non riesce a scorrere via come dovrebbe.
Il fenomeno del “sifonamento”
Meno noto, ma altrettanto importante, è il fenomeno del “sifonamento” in presenza di terreni situati ad altezze diverse: la pressione nell’acqua aumenta facendola risalire dal fondo verticalmente e creando una sorta di inondazione spesso causa di distruzione delle opere e delle strutture non adeguatamente impermeabilizzate.
Anche i danneggiamenti in corso d’opera, come la perforazione del manto impermeabile o la sua lacerazione, o i danni subiti in seguito, come quelli causati dalle radici o altre condizioni sono frequenti (es. corpi passanti, tubi, distanziatori) e richiedono costosi interventi di ripristino dell’impermeabilizzazione.
Non da meno le rotture del manto impermeabile dovute ai movimenti del terreno o dell’edificio rispetto al terreno, che compromettono il sistema di impermeabilizzazione pregiudicandone la tenuta.
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Detto questo appare evidente che nella progettazione e realizzazione di un’opera sotto quota non ci si possa affidare alla sola installazione di un sistema drenante.
E’ necessario piuttosto scegliere una soluzione impermeabilizzante completa, affidabile, durevole e installata in adesione a idonee strutture.
Infatti, l’installazione di un efficiente sistema di impermeabilizzazione degli ambiti fondazionali “chiude” all’acqua qualsiasi possibilità di “sfogo” all’interno degli ambiti interrati.
Occorre, infine, precisare che nel caso di realizzazioni di strutture interrate è sempre opportuno calcolare il loro corretto dimensionamento anche in funzione della loro resistenza alle spinte idrauliche cui saranno soggette nel corso dell’intera vita del manufatto.
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