Dopo la mega cisterna di Tokio, utilizzata per proteggere la metropoli giapponese dalle alluvioni, un’altra struttura sotterranea risalente al IV secolo d.C. merita la menzione di capolavoro architettonico.
Si tratta della Cisterna Basilica di Istanbul, chiamata in turco Yerebatan Sarnici, ossia “il palazzo inghiottito”, a pochi metri dalla chiesa di Santa Sofia.
E’ un enorme spazio sotterraneo un tempo utilizzato come raccoglitore per l’approvvigionamento idrico e oggi, dopo la ristrutturazione a cui è stata sottoposta nel 1985, diventato meta turistica particolarmente apprezzata.
Scoperta per caso verso la fine del XIX secolo, questa cisterna sommersa fu costruita dall’imperatore Costantino nel IV secolo d.C. e ampliata successivamente dall’imperatore Giustiniano nel 532.
Lunga 143 metri e larga 70 metri, la Cisterna forniva acqua per il Palazzo imperiale e per gli altri edifici di pregio del centro storico di Istanbul, all’epoca Costantinopoli, con un serbatoio di 80.000 metri cubi alimentato da un acquedotto che si snodava per parecchi chilometri.
L’acqua, proveniente dalla foresta di Belgrado, veniva prelevata, dopo un lungo tragitto, a nord di Istanbul.
Si trattava di uno degli acquedotti più lunghi costruiti nel tardo periodo romano, utilizzato addirittura fino agli anni ’50, e tutt’oggi ben visibile nei pressi della città di Aksaray.
Ancora ben conservata la cisterna si presenta come un grandissimo spazio di 9.800 metri quadrati che ospita un totale di 336 colonne dell’altezza di 9 metri.
Erette a intervalli regolari e disposte in dodici file di 28 colonne ciascuna, sono sovrastate da suggestivi capitelli su cui poggiano delle volte di mattoni.
I capitelli sono un misto tra gli stili ionico e corinzio con alcune eccezioni di dorico o addirittura di colonne non decorate.
I muri perimetrali, che le circondano, realizzati in mattoni sono spessi 4 metri. La malta utilizzata nella costruzione è speciale ed impermeabile.
Buona parte dei materiali e delle colonne sono elementi di riuso come testimoniano due enormi teste di medusa provenienti da qualche edificio monumentale, presumibilmente da un arco del foro di Costantino, che rovesciate fanno da base a due delle colonne di sostegno della volta.
Questa imponente struttura, che si trova al di sotto delle strade di Istanbul, all’apparenza sembra un magnifico palazzo dove si respira un’atmosfera a dir poco surreale.
E’ considerato uno dei posti più suggestivi della Istanbul vecchia che racconta parte della storia di questa incredibile città.
A dimostrazione della eccezionalità di questa costruzione va sottolineato che ogni anno questo viene visitato da migliaia di turisti incantati dalla maestosità di questa struttura così antica ma, allo stesso tempo, così straordinariamente moderna.
Ciascuno dei silos, collocato vicino a un fiume diverso, nel momento in cui si verifica un’esondazione, assorbe l’acqua in eccesso (che diversamente inonderebbe tutta l’area circostante) e la incanala nei tunnel sotterranei fino al “Tempio”, il serbatoio di stoccaggio dove viene trattenuta fino a quando il livello dell’acqua nei fiumi inizia a scendere.
Successivamente, una volta rientrata l’emergenza, l’acqua viene pompata nel fiume Edogawa.
G-CANS rappresenta indubbiamente un capolavoro d’ingegneria davvero di enorme impatto, uno dei più ambiziosi sistemi di controllo delle inondazioni mai progettati e, si pensi, che è completamente invisibile agli occhi degli abitanti di Tokyo, a conferma di quanto l’ambiente interrato, in mancanza di spazio, diventi l’unica soluzione praticabile.
Un’opera ingegnosa, che ha assunto una notevole connotazione anche a livello turistico.
Le sue sembianze, infatti, che ricordano un’immensa cattedrale ultramoderna dagli spazi sconfinati, l’hanno consacrata come vera e propria attrazione turistica e come originale location per film, spettacoli e altro.