Il via libera di alcune regioni a condizione che ci siano i requisiti di abitabilità.
L’obiettivo è chiaro: contenere il consumo di suolo e attuare un piano di rigenerazione urbana nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale.
Un tema sempre più attuale, considerato il costante venir meno delle superfici edificabili, che necessita di interventi e regolamentazioni ben precise.
Con l’intento di valorizzare il patrimonio immobiliare esistente, recuperandone sia superficie che volumetria e ridurre il numero di nuove costruzioni, alcune regioni hanno dato il via alla realizzazione di interventi per il riutilizzo dei seminterrati ed interrati ad uso abitativo, a condizione che vengano rispettate le regole legate ai requisiti di abitabilità.
Ed è così che sono diventati sempre più frequenti i progetti di riqualificazione di questi locali spesso dimenticati, dalle innumerevoli potenzialità, sia abitative che economiche.
Non dimentichiamo, infatti, che il recupero di seminterrato realizzato a regola d’arte garantisce un notevole risparmio in termini economici rispetto ad altre soluzioni abitative e, come più volte già detto, aumenta significativamente il valore dell’immobile nel suo complesso.
Secondo le “definizioni uniformi” del Regolamento Edilizio Tipo (RET), un piano seminterrato è “il piano di un edificio il cui pavimento si trova a una quota inferiore (anche solo in parte) a quella del terreno posto in aderenza all’edificio e il cui soffitto si trova ad una quota superiore rispetto al terreno posto in aderenza all’edificio”.
Per le sue caratteristiche il seminterrato rischia di essere un ambiente umido e poco luminoso che richiede alcuni interventi per essere abitabile.
In particolare, è necessario creare un ambiente salubre, quindi privo di umidità, isolato termicamente, aerato, correttamente illuminato, sicuro ed efficiente.
Gli interventi da progettare e gli accorgimenti da adottare saranno quindi:
- Impermeabilizzazione dell’interno sia per riparare eventuali infiltrazioni presenti che per prevenire potenziali venute d’acqua;
- installazione di un cappotto termico, dove possibile, e/o di un sistema di risanamento delle murature interne per rendere lo spazio salubre;
- creazione di uno scannafosso, un’intercapedine aerata da costruire lungo tutto il perimetro esterno dell’edificio, che permette il passaggio continuo dell’aria in modo che i muri esterni rimangano asciutti;
- rispetto dei rapporti aero-illuminanti, derivanti dal DM 4 luglio 1975, che impongono la presenza di finestre apribili di grandezza pari a 1/8 della superficie del pavimento per camere, soggiorno e cucina. Un bagno invece può non avere la finestra purché sia dotato di adeguati sistemi di aerazione forzata;
- rispetto delle altezze: l’altezza interna è fissata a livello nazionale dal DM 5 luglio 1975 in 2,70 m per i vani principali, riducibile a 2,55 m per i comuni montani sopra i 1000 m sopra il livello del mare, e 2,40 m per bagni, corridoi e ripostigli.
Se non si raggiunge questa altezza, per legge è necessario abbassare la quota del pavimento, salvo che il Comune non conceda una deroga.
– impianti a norma, da quello elettrico a quello idrico, da quello sanitario a quello termico, compreso lo scarico delle acque nere. Il seminterrato deve avere servizi igienici allacciati alla rete fognaria, anche attraverso apparecchi di pompaggio. Scarichi fumi ed esalazioni devono essere portati sul tetto. Qualora non ci siano soluzioni per impianti e caldaie a gas, sarà necessario utilizzare impianti alimentati elettricamente come pompe di calore, scaldabagni elettrici, fuochi a piastre ecc.
Ulteriore aspetto fondamentale è la misurazione del livello di radon, un gas radioattivo di origine naturale presente principalmente nei locali a diretto contatto con il suolo, che non deve assolutamente superare per le abitazioni esistenti i 300 Bq/m3 (Becquerel al metro cubo).
Il radon si trasmette attraverso pavimentazioni e pareti a contatto con il suolo non adeguatamente isolate o da tubature non ben sigillate.
In presenza di valori superiori ai limiti stabiliti dalla legge, è necessario intervenire con accorgimenti costruttivi o con una depressurizzazione del terreno prima del recupero abitativo del seminterrato.