Come abbiamo visto in alcuni articoli precedenti risolvere il problema dell’umidità di risalita porta al miglioramento dell’intero sistema ambientale (interno ed esterno).
L’esperienza e il monitoraggio periodico delle strutture realizzato, sia in cantiere che in laboratorio, mediante analisi termografica conferma che una struttura già dopo 24 ore dal trattamento di deumidificazione e risanamento presenta significativi miglioramenti che poi si stabilizzano nel tempo.
Una casa priva di ponti termici, condense, muffe e pareti fredde è una casa sana, abitabile, vivibile a pieno.
Come poter quindi effettuare una diagnosi corretta che permetta di trovare la cura giusta per ristabilire il comfort abitativo?
L’analisi termografica ci aiuta a trovare le risposte andando a interrogare semplicemente i muri della nostra casa.
E’ infatti un’analisi diagnostica del manufatto edilizio non distruttiva, utilizzata anche nella certificazione energetica e spesso nel restauro.
L’indagine termografica non richiede interventi invasivi come carotaggi, taglio o perforazioni.
È quindi uno strumento ottimale per trovare le cause del degrado che tormentano le nostre abitazioni.
Grazie a una corretta analisi termografica, effettuata da personale specializzato è possibile:
– verificare la presenza di acqua all’interno della muratura, causata da infiltrazioni, risalita capillare, condensazione o perdite accidentali;
– localizzare le dispersioni energetiche dell’involucro edilizio e quindi l’eventuale presenza di ponti termici sulla muratura.
In un contesto non interrato l’analisi termografica ci fa capire in maniera chiara come un corretto intervento di deumidificazione con barriera composta da una emulsione superidrofonica e intonaco macroporoso, in sostituzione del precedente ammalorato, permetta di migliorare in maniera sostanziale la vivibilità all’interno della stanza soggetta all’intervento.
Nel caso in esame (vedi immagine sotto) appare evidente come dopo l’intervento di risanamento la situazione ambientale migliori sensibilmente arrivando ad un gradiente di umidità ottimale.
In ambito interrato il differente gradiente termico fra locale interrato e terreno è causa di un aumento dell’umidità relativa, ciò crea quell’effetto spiacevole di “parete fredda”.
Per combattere questo problema, una volta effettuata la nostra analisi termografica, è opportuno un buon sistema di ventilazione e di riscaldamento, senza dimenticare di arieggiare il più possibile il nostro ambiente, ma solo grazie a un intervento completo di deumidificazione si potrà avere un locale salubre con un’ottima qualità dell’aria e con un perfetto equilibrio dell’umidità.
È però doveroso sottolineare che l’utilizzo della termografia in questo ambito è soggetto a numerose variabili e che questi strumenti devono costituire un valido aiuto per individuare il problema ma non possono rappresentare la panacea.
L’importanza dello specialista
Nel mondo dell’impermeabilizzazione sottoquota è importante affidarsi al professionista che riesca a combinare l’esperienza di cantiere con l’utilizzo di questi strumenti, un esempio è individuare in maniera chiara e diretta la “semplice” differenza fra condensa e infiltrazione (macchie blu sulla nostra termografia) così da poter intervenire in modo corretto e definitivo.