Un rapporto simbiotico che ispirò Frank Lloyd Wright nel suo progetto The Fallingwater, simbolo dell’architettura moderna.
Abbiamo sempre parlato dell’acqua come elemento da combattere, ma oggi vogliamo cambiare prospettiva.
Perché se è vero che l’acqua in molte circostanze causa notevoli disagi è anche vero che è un elemento naturale da rispettare, che crea benessere, regala energia e contribuisce indiscutibilmente alla bellezza di un paesaggio e di un luogo.
Ed è proprio su questo che vogliamo soffermarci, sul legame esistente da tempo memorabile tra acqua e architettura.
Di esempi, nella storia, ne abbiamo molti, basti pensare al ruolo che l’acqua giocava nell’antica Roma, ai grandi acquedotti o alle terme divenute uno dei simboli di questa civiltà, ovvero ai giardini di tradizione araba dove l’acqua è un motivo sempre ricorrente e predominante o ancora ai corsi d’acqua che circondavano le mura dei castelli.
Nell’architettura moderna il rapporto tra architettura e acqua si è evoluto ed è stato sapientemente trattato e approfondito dall’architettura organica, che promuove l’armonia tra l’uomo e la natura, sostenendo l’importanza di creare un equilibrio tra l’artefatto umano e l’ambiente circostante.
Tutti gli elementi, sia antropici che naturali, si fondono diventando parte di un unico spazio architettonico.
Il pioniere Frank Lloyd Wright
Il grande architetto statunitense Frank Lloyd Wright, antesignano di questa corrente, riassunse la sua linea architettonica con queste parole: «Studia la natura, ama la natura, stai vicino alla natura. Non ti tradirà mai».
L’approccio progettuale cambia alla ricerca di una totale armonizzazione tra costruzione e ambiente, fondandosi sull’equilibrio tra uomo e natura.
Wright disegna nel 1935 la casa sulla cascata, The Fallingwater, una villa progettata e realizzata sul ruscello Bear Run nei pressi di Mill Run in Pennsylvania, divenuta simbolo dell’architettura organica dove fa dell’acqua un elemento che la attraversa, divenendo parte integrante dell’edificio stesso.
Un progetto rivoluzionario per l’epoca che dettò nuove regole e nuovi modelli architettonici.
Nel progetto le terrazze e l’intera costruzione si armonizzano, non solo dal punto di vista estetico, ma anche strutturale con il corso d’acqua in cui si inseriscono testimoniando un rapporto simbiotico tra architettura ed elemento naturale.
Tanti sarebbero gli elementi da analizzare che segnano una rottura con il passato: le forme, i materiali, gli accostamenti… ma è il costante dialogo con l’acqua che lambisce l’esterno della casa, e non solo, che ci colpisce perché noi conosciamo la grande potenza dell’acqua in tutte le sue sfumature e vogliamo, renderle omaggio come fonte di energia creativa, come elemento naturale che crea bellezza e dona benessere.
A ottant’anni dalla sua realizzazione quest’opera architettonica unica nel suo genere rimane simbolo di una totale fusione con la natura comprovando quanto sia importante, e possibile, costruire nel rispetto della natura all’insegna dell’ecosostenibilità.
The Fallingwater rispecchia perfettamente la visione di Wright, che credeva nel benessere personale, spirituale e fisico derivante dallo stretto rapporto con la natura,.
Pensiero che traspare chiaramente da queste parole che pronunciò nel corso di una conferenza alla Taliesin Fellowship, la scuola di architettura da lui creata nel 1937: “The Fallingwater è una grande benedizione fra quelle che si possono ricevere qui sulla terra. Penso che niente abbia mai eguagliato il coordinamento, l’espressione empatica del grande principio di serenità in cui foresta, torrente, roccia e tutti gli elementi della costruzione formano un’associazione così quieta che veramente, se vi mettete in ascolto, non percepite alcun rumore, nonostante vi sia la musica del torrente. Ma chi ascolta The Fallingwater lo fa così come si ascolta la quiete della campagna…”.